LUIGI RIZZO

Fu costruito in bronzo nel 1965 dallo scultore messinese Antonio Bonfiglio in onore di Luigi Rizzo, l’ufficiale che meglio di tutti ha rappresentato lo spirito ardimentoso della Marina Militare nella Prima Guerra Mondiale, dimostrando doti di coraggio, forza spirituale e coerenza morale davvero uniche. Nacque a Milazzo l’8 ottobre 1887. Tra le imprese da ricordare l’azione del dicembre 1917, per la quale gli venne conferita la prima medaglia d’oro al valor militare, ovvero l’affondamento, a mezzo siluri lanciati dal MAS da lui comandato, della corazzata Wien nelle acque del porto di Trieste. Con l’azione, detta di Premuda perché si svolse nelle acque prospicienti quest’isola della Dalmazia, venne insignito della seconda medaglia d’oro al valor militare. La notte del 10 giugno Rizzo riuscì a colpire e ad affondare la corazzata Santo Stefano mentre si dirigeva, con la flotta austriaca, verso lo stretto di Otranto per forzarne il blocco degli alleati. In onore di questa vittoria la Marina celebra la sua festa proprio il 10 giugno.

FONTANA DEL MELA

Nasce nel 1643 per volontà di alcuni senatori che, sotto Filippo IV, trasferirono nella piazza la statua di Mercurio, posta all’ingresso di Porta Messina, come ornamento di una fontana marmorea intagliata con quattro leoni. Essa, andata distrutta durante l’assedio spagnolo, tra il 1718-19, venne ricostruita tra il 1762-63 sostituendo Mercurio con la rappresentazione umana del mitico Mela, il fiume di Milazzo, raffigurato su un isolotto artificiale circondato da cavallucci marini e aquile. Il nume era rappresentato seduto, nell’atto di reggere un remo con la destra, mentre con la sinistra versava acqua da una giara; alcune vaschette esterne a quella principale consentivano di attingere acqua. Nel 1938 il podestà Salvatore Scala rimosse la fontana per far posto ad un mai realizzato complesso monumentale dedicato al console romano Caio Duilio, con l’intento di rimontarla di fronte al Palazzo del Municipio, ma i vari pezzi vennero dispersi durante la Seconda Guerra Mondiale.Nel 1990, dalla volontà di ristabilire un contatto con il passato milazzese, nasce l’attuale Fontana del Mela per opera di scultori lucchesi.

STATUA DELLA LIBERTA'

Posizionata a metà del percorso del Lungomare Garibaldi, venne creata dallo scultore milazzese Francesco Greco ed inaugurata il 20 luglio 1897, durante il soggiorno di Francesco Crispi, per celebrare i caduti nella battaglia che vide fronteggiarsi Garibaldi e le sue truppe all’esercito borbonico.Sul possente piedistallo si possono notare alcune iscrizioni e dei rilievi in bronzo raffiguranti a sinistra Giuseppe Garibaldi con una sciabola durante uno scontro con un cavaliere borbonico, a destra il generale mentre riposa sul sagrato della Chiesa di Santa Maria Maggiore. Sopra è posizionata la Statua della Libertà, in marmo, con ai piedi le catene spezzate, tiene alta con la mano destra una fiaccola, mentre la sinistra poggia su uno scudo.

MONUMENTO AI CADUTI

Opera dello scultore palermitano Nino Geraci, venne innalzato nel 1926 nella moderna piazza Roma in onore dei Milazzesi caduti per la Patria. Su un alto basamento di linea classica in pietra di Comiso si erge la statua bronzea del Milite della Gloria ignudo e con la daga sguainata, simbolo del soldato italiano armato, fiancheggiato da due colonne ioniche rostrate e sormontate da vittorie alate. Ai lati due zone fiammeggianti simboleggiano l’amore per la patria, mentre frontalmente troviamo palme e lauri con iscritta la dedica. La corona in bronzo con quercia e targa dedicatoria fu donata dalla Società Operaia Indipendente Milazzo di New York.

BARONE ZUMJUNGEN

Costruito ai piedi del monastero dei Cappuccini, è un elegante basamento ornato da un grande stemma e da rilievi con classici motivi di armi: il monumento ricorda un generale caduto durante l’assedio del 1718-19 in difesa di Milazzo.

PALAZZO DEI MARCHESI PROTO

Nella Piazza Caio Duilio si erge imponente il Palazzo dei Marchesi Proto. Risalente al XVII secolo,   venne modificato in seguito ai danni subiti durante l’assedio spagnolo (1718-19) dal Barone Francesco Baele nel 1723.

Il palazzo è a tre elevazioni e di severo disegno neoclassico. La facciata è dominata dal portone centrale ad arco inflesso, in origine ornato da quattro colonne che reggevano il grande balcone del piano nobile, ridotte successivamente a due. Il pianterreno è interamente rivestito di bugnato liscio che ingloba le semplici aperture del portone (appena segnato dallo stemma) e delle botteghe; cinque eleganti balconi si aprono sul piano nobile e l’attico è coronato da acroteri e palmette stilizzate. All’interno è presente un’edicola marmorea votiva del Settecento, due ritratti ellittici di Ugo Francesca Maria Proto (1738) e Francesca Proto Patti (1753), una statua anch’essa settecentesca raffigurante l’Abbondanza.

Fu residenza di importanti personalità: nel 1622 Emanuele Filiberto di Savoia, nel 1806 Ferdinando III di Borbone (esule da Napoli rioccupata dalle truppe napoleoniche) con il principe ereditario Francesco I ed il fratello Leopoldo di Borbone, nel 1860 Garibaldi vi ricevette Agostino Depretis e Francesco Crispi e fu sede del suo Quartier Generale.

Maggior lustro all’edifico venne dato dalla locazione in una delle sue ale, nel XVIII secolo, dell’Accademia Letteraria degli Ereini.

PALAZZO DEI MARCHESI D'AMICO

Realizzato negli anni 1733-1735, intervenendo radicalmente su un fabbricato preesistente, costituisce un documento del rococò locale e della sua evoluzione verso il neoclassicismo. Presenta un’imponente facciata a tre elevazioni, preziosamente decorata, serrata da poderosi cantonali in pietra di Siracusa e suddivisa nel senso orizzontale da semplici cornici marcapiano: i capitelli dorici reggono una sobria cornice, a triglifi alternati con metope ornate da rosoncini, dal chiaro gusto classico. Il portone ad arco è affiancato da una coppia di semicolonne e racchiuso da composte volute. Ai lati due finestroni ornati da stilizzati motivi floreali. Al primo piano si aprono tre grandi balconi con elaborati mensoloni a volute ornati da conchiglie; simili quelli del secondo piano.

All’interno un grandioso atrio coperto che immette alla scalea centrale di accesso ai piani superiori, caratterizzati da grandi ambienti di rappresentanza: il salone con pavimento settecentesco in ceramica col classico motivo dei cerchi che si intersecano, nastri, fregi e altre decorazioni rococò; il soffitto è stato dipinto con un grande affresco decorativo in cui sono presenti gli stemmi di numerose famiglie di Milazzo alternati a paesaggi di maniera.

Ospitò nel 1611 il Duca d’Ossuna, nuovo viceré di Sicilia, e fu sotto il suo portone che Garibaldi, nel concedersi una pausa dopo la lunga battaglia ed occupazione della città, dettò l’ordine dell’epico e storico avvenimento.

L’edificio, oggi di proprietà comunale, è stato ristrutturato e adibito a Biblioteca Comunale.

GROTTA POLIFEMO

La Grotta si situa in una zona rocciosa sulla quale sorge il Castello. Secondo il mito l’antro, denominato anche Grotta delle Ninfe, sarebbe stato dimora del ciclope Polifemo e teatro della leggendaria impresa di Ulisse. A sinistra della gradinata sono presenti i resti di un fortino spagnolo (XVI secolo) costruito a difesa della cavità, utilizzata dal tardo Cinquecento ai primi dell’Ottocento, prima come magazzino e preparazione di polveri e munizioni per il Castello e poi come prigione militare.

VILLA VACCARINO

Progettata nel 1929 dall’ingegnere Gaetano Bonanno in collaborazione col pittore Michele Amoroso, è un tardo esempio di liberty. Si accede alla casa, superata la recinzione, attraverso delle rampe. Circondata da un giardino, dove troviamo una fonte con vasca dotata di isolotto artificiale che presenta la pianta della Sicilia affiancato da isolotti minori con tanto di vulcani, essa si presenta su due piani con un corpo angolare appena accennato. Un grande balcone sorretto da colonne completa il prospetto. All’interno un atrio centrale divide gli ambienti del pianterreno e immette nella scala (decorata con ferri battuti, stucchi e vetrate) che conduce al primo piano dove sono presenti bei soffitti affrescati a motivi floreali: uno degli ambienti ha quattro inserti paesistici, due dei quali relativi a vedute di Milazzo. Il salone e gli ambienti del piano terra hanno soffitti decorati con stucchi liberty.

PALAZZO DEI VICERE' E DEI GOVERNATORI

Costruito dai Baele negli anni 1612-13, rimase di loro proprietà fino all’estinzione della famiglia: nel 1727 metà del palazzo fu lasciato in eredità ai monaci di S. Francesco di Paola, mentre l’altra metà passò ai Lucifero e ai Proto. Verso il 1830 i D’Amico Rodriguez acquistarono l’intero edificio. Il palazzo era la residenza del governatore militare della città e ospitò Luigi Filippo d’Orleans, futuro re di Francia.

Fu rinnovato nel 1724, nel 1787-88, nel 1811 e dopo il terremoto del 1831 ma non si conosce l’entità dei diversi lavori. La costruzione sorge tra la via Impallomeni, tracciata a quota più alta per cui il prospetto è sacrificato e corrisponde al piano nobile, e la via D’Amico dove la facciata presenta tre ordini di aperture: al piano terreno si apre il portone centrale, semplice arco bugnato, tra grandi finestroni dei locali di servizio (una porta di servizio decentrata immette direttamente nella rimessa delle carrozze); al primo piano sono tre grandi balconi, dalle barocche ringhiere panciute, alternati a due balconcini a petto; al piano attico una serie di semplici finestre quadrate concludono la facciata priva di coronamento.

L’interno presenta una particolarità nell’ingresso, sistemato in modo da consentire l’entrata da entrambi i lati: nella volta è dipinto lo stemma dei D’Amico. Stalle e magazzini sono distribuiti ai lati dell’atrio e occupano l’intero pianterreno. Al primo piano il salone centrale conserva il pavimento in grandi lastre di pietra con tracce di rivestimento rosso; la volta è stata dipinta con un affresco decorativo a motivi floreali, con panorami di fantasia entro cornici decorate.

PALAZZO DEL MUNICIPIO

Progettato tra il 1886 e il 1887 dall’ingegnere Giuseppe Ryolo su un’area ricavata dall’abbattimento della parte orientale dell’antico convento dei Carmelitani, rappresenta un esempio dell’architettura neoclassica del tempo. L’alto basamento del Palazzo dell’Aquila (così denominato in riferimento al civico emblema araldico), la distribuzione delle aperture e l’impiego della pietra sul paramento conferiscono un movimento chiaroscurale sottolineato da tre corpi emergenti e dai grandi archi che verticalizzano il triplice aggetto del corpo centrale, concluso da un attico triangolare con orologio, e delle due sezioni laterali. La facciata è fregiata da iscrizioni celebrative. All’interno due grandi scaloni immettono ai piani alti. Stucchi rinascimentali si possono ancora osservare in alcuni ambienti mentre è stata distrutta nei bombardamenti del 1943 la volta dell’aula del consiglio comunale affrescata da Menotti Bruno nel 1897. Tra i cimeli artistici del municipio è da annoverare il busto marmoreo di Umberto I firmato da Francesco Greco nel 1881. Lo stilizzato prospetto retrostante ed interno all’antico chiostro è scandito da snelle lesene decorate con capitelli ionici in pietra.

TEATRO TRIFILETTI

Opera dell’ingegnere Letterio Savoja, fu costruito dall’imprenditore Stefano Trifiletti intorno al 1910-11. Tappa obbligata di compagnie nazionali di riviste, di lirica e di prosa, fu anche sede di numerose attività sociali e politiche del tempo. Acquisito nel 1986 dal Comune di Milazzo e riconosciuto di pregio storico – artistico, è stato recentemente ristrutturato e ridato in uso alla cittadinanza.